il fondatore

pedagogia

Finalità generali della nostra azione educativa:

Il fine principale della nostra attività è quello di promuovere la persona umana in tutte le sue dimensioni secondo le potenzialità di ciascuno. Ci proponiamo di salvaguardare il benessere fisico e, nei casi in cui la salute è compromessa dalla malattia, di offrire, nel limite del possibile, le opportune cure e assistenze, anche quando secondo  la  scienza,  non  è  possibile  attendersi  la  guarigione.  Ci  proponiamo  di  educare  anche persone il cui stato di marginalità porterebbe a dire che sono ormai irrecuperabili alla convivenza civile e conviviale perché questa, secondo noi, non è una prospettiva di lettura condivisibile. Ci proponiamo  di  accogliere  la  vita  in  quanto  valore  in  sé,  a  prescindere  dai  giudizi  medici  e/o sociali. Cerchiamo  dunque  di  mantenere  viva  e  di  far  crescere  la  coscienza  della  loro  dignità  e vocazione, di aprire il loro animo alla gioia del dono e della accoglienza della vita e attivare nella misura  maggiore  possibile  le  loro  potenzialità  psichiche  anche  nel  caso  in  cui  le  capacità conoscitive, affettive e volitive appaiono limitate. Il  rispetto  della  persona  è  per  noi  un  fondamentale  metro  di  giudizio  della  nostra  azione educativa  tale  per  cui  l’obiettivo  è  quello  di  favorire  lo  sviluppo  della  libertà  intesa  come movimento personale verso l’appropriazione consapevole del senso dell’esistenza a scapito dei condizionamenti che la persona, soprattutto debole, può subire nel corso della sua vita. In  particolare  intendiamo  aiutarle  a  formarsi  un  cuore  buono,  capace  di  accoglienza  sincera  e universale del prossimo, sensibile alle sue necessità, generoso e disponibile all’aiuto fraterno. Allo  stesso  tempo  le  guidiamo  a  una  conoscenza  e  a  un  amore  sempre  più  profondi  di  Dio, percepito e amato come Padre provvidente, e a un’esperienza sempre più viva e gioiosa di Lui. Questo, ci dice il Fondatore, è l’intendimento ultimo dell’educazione. Nella convinzione che in Gesù la persona umana può raggiungere il grado massimo del rapporto con  Dio  e  incontrare  la  piena  felicità,  ci  adoperiamo  a  promuovere,  nel  rispetto  delle  scelte religiose di ciascuno, l’apertura alla fede in Lui, fino al traguardo della santità cristiana. Questo intento di promozione integrale non riguarda solo i singoli, ma anche i gruppi sociali e i popoli in cui siamo inseriti. La  nostra  azione,  di  conseguenza,  mira  alla  loro  elevazione  materiale,  morale,  spirituale  e religiosa, nel rispetto della loro storia e della loro cultura.

PRINCIPI ANTROPOLOGICI

Dignità della persona umana e suo compito nella storia

Alla luce della rivelazione cristiana ogni essere umano è fatto a immagine e somiglianza di Dio, Uno e Trino, da cui è creato e a cui è intrinsecamente orientato. Per questa sua somiglianza a Dio egli è persona, individuo unico e irrepetibile, capace di amore e costituito essenzialmente in relazione con gli altri, Dio – uomini – cose. E’ dotato di facoltà conoscitive e volitive che usa con libertà e responsabilità, ma manifestando anche una natura fragile nel corpo e nello spirito, e bisognosa conseguentemente di redenzione. In Gesù Cristo riceve la forza di superare il male, la grazia straordinaria di diventare figlio adottivo di Dio e la capacità di costruire relazioni fraterne con gli altri. In Gesù può scoprire pienamente la propria vocazione e trovare la strada per portarla a compimento: vocazione a partecipare, in qualità di figlio, alla vita intima di Dio e alla sua felicità nella vita futura; strada da percorrere con la carità, costruendo un mondo di pace e di fraternità.

Dignità e missione del povero

I poveri possiedono ai nostri occhi la stessa altissima dignità di ogni essere umano; sono pertanto considerati anzitutto come persone, meritevoli di rispetto, stima e amore e non solo come individui bisognosi di cura e di aiuto. Non possono essere escluse, nella categoria dei poveri, quelle persone che rappresentano l’anello debole della catena della società, perché troppo facilmente trascurate se non sfruttate, come la vita nascente, i minori, le donne, specie nel momento delicato della maternità. I poveri ci evangelizzano e ci educano: manifestano i segni evidenti della fragilità umana, rappresentano più da vicino Gesù Cristo umiliato e sofferente; ci inducono a sprigionare amore, a trasformare la realtà umana nella civiltà dell’amore. Per questo noi crediamo che insieme con i poveri bisogna percorrere la strada verso un mondo più solidale e fraterno, iniziando il cammino con l’ascolto delle loro attese e tenendo conto delle loro risorse.

MODELLI DI RIFERIMENTO

Dio, Uno e Trino: Padre, Figlio e Spirito Santo

Tutta la nostra pedagogia ha la sua suprema ispirazione in Dio, che, nella realtà di fede, è mistero di comunione e d’amore: Padre, Figlio e Spirito Santo. L’atteggiamento di Dio verso l’uomo diventa per noi esemplare di ogni relazione verso i minori. Dio Padre, provvidente e misericordioso, ci ammaestra ad educare con forza e tenerezza, ad accettare ciascuno nella sua realtà, ad essere di aiuto nel crescere insieme agli altri verso la pienezza della vita e nel mettere a frutto tutte le capacità. Dio Figlio, che si fa uomo e si offre sull’altare della croce per la nostra salvezza, ci invita ad imitare Lui, Buon Pastore, che conosce ogni uomo in modo personale, gli cammina accanto e lo conduce con sicurezza verso il bene; ci invita ad imitare Lui, Buon Samaritano, che ha fasciato le piaghe, ha curato ogni male per ricondurre ciascuno a vita. Dio Spirito Santo, che con la sua forza guida le persone al pieno sviluppo, ci stimola e ci sostiene nella faticosa opera educativa per aprire i cuori ai valori autentici e per muovere le volontà a far fruttificare i doni ricevuti. La Trinità infine, è la sorgente di quella carità che costituisce l’anima della nostra missione educativa ed è principio e modello di quella comunione che vogliamo realizzare nei nostri centri e che vogliamo edificare nel mondo.

La sacra famiglia: Gesù, Maria e Giuseppe

Gesù, Maria e Giuseppe esprimono in modo esemplare il progetto voluto dal Creatore: porre la famiglia come modello di vita e di relazione educativa. Da tale principio la nostra pedagogia non si distacca favorendo più possibile la vita in famiglia, rimuovendo quegli ostacoli che ne offuscano i valori e avviando esperienze più vicine al modello di famiglia La famiglia infatti è l’ambiente naturale dove la vita umana nasce e si sviluppa, la persona scopre la propria identità e trova la risposta ai suoi bisogni fondamentali; in essa ognuno è rispettato, stimato e amato nella sua individualità e tutti si sforzano di essere un cuor solo e un’anima sola, così che la diversità dei caratteri non ostacoli ma favorisca l’unità. Maria, poi, continuando a svolgere la sua funzione di madre di Cristo e degli uomini, è Colei che più di ogni altra creatura imita lo stile educativo di Dio evidenziandone i lineamenti materni: a sua imitazione, è doverosa per tutti noi una sensibilità materna, attenta a chi è nel bisogno, desiderosa che su ognuno si compia il progetto del Padre.

Il Fondatore

A don Luigi Guanella noi guardiamo come modello di pastore, di educatore e lo sentiamo vivamente presente in mezzo a noi. Egli, dotato di straordinaria sensibilità nel vedere e capire chi è nel bisogno e nel dolore, ci invita a farci prossimo a chi soffre, con generosità e impegno, mettendo in campo i doni di natura e di grazia per la loro elevazione materiale e spirituale. Egli, che sposò la causa dei poveri, ci stimola a prediligere i più abbandonati e a prenderci cura di loro con cuore di padre, attivando il senso di condivisione di un fratello e la disponibilità di un amico, fino a dare tutta la sua vita. Alla sua scuola siamo chiamati, anche nel campo della minore età, non solo a soccorrere chi è nella difficoltà, ma ad andare a cercarli; convinti che “fermarsi non si può finché ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere”.

SENSO GUANELLIANO DELL’EDUCAZIONE

Relazione amichevole di aiuto

L’educazione secondo don Guanella è specialmente opera di cuore. L’educazione non si riduce a una sequenza di azioni compiute secondo una specifica metodologia per la crescita della persona; è piuttosto una relazione desiderata, voluta e amichevole, in cui si offre all’altro un costante e cordiale accompagnamento nell’acquisizione dei valori e un aiuto per i suoi bisogni. Soprattutto i ragazzi, desiderosi di essere ascoltati e capiti, più che corretti e messi alle strette per le loro incoerenze, colgono in essa un indubbio vantaggio di crescita. È frequente che chi riceve tale relazione risponda con sentimenti di amicizia e a sua volta invia messaggi e stimoli che modificano anche la personalità dell’altro.

Processo di autoformazione

Educare significa costruire la persona dal di dentro e non plasmarla dal di fuori, cioè aiutarla, mediante un processo intenzionale e sistematico, ad attivare tutte le sue possibilità e a liberarsi dai condizionamenti che potrebbero impedirle di essere se stessa. Il ragazzo che si sente protagonista della sua crescita, coinvolto in modo attivo, esprime il meglio di sé, meravigliato egli stesso delle proprie potenzialità.

Opera della grazia di Dio

L’educazione non è solo frutto di sforzi umani, ma è anche opera della grazia divina; anzi è proprio questa grazia, secondo noi, che dà fecondità al lavoro educativo. Dio, infatti, vi partecipa da protagonista, come padre che educa continuamente ciascuno dei suoi figli agendo direttamente nel loro cuore. Questa consapevolezza, a fronte delle inevitabili delusioni, può costituire, nella persona in formazione, il senso di fiducia nella vita e, negli educatori, un atteggiamento di rispetto alle tappe di crescita e di accettazione del mistero.

Cammino sociale e universale di speranza

L’educazione è un diritto inalienabile di ogni persona, perché scaturisce dalla sua dignità. E’ un diritto inviolabile anche di ogni istituzione sociale, a partire dalla famiglia, e di ogni popolo, in quanto, come agenti e veicoli di formazione, sono essi stessi chiamati a un impegno di perfezionamento e di crescita. Famiglia e società non sono solo soggetti che compiono interventi educativi e luoghi in cui questi si svolgono, ma anche ambienti che, come tali, costituiscono una proposta formativa. Riteniamo la famiglia l’istituzione fondamentale di ogni forma di società, in cui si debba attribuire un’enorme importanza, proprio per l’assolvimento di irrinunciabili funzioni che riguardano le nuove generazione e il futuro stesso della società.